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Deep work per studiare meglio

Deep work per studiare meglio

09 marzo 2021

Studiare senza distrazioni è possibile: scopri il metodo del deep work!

Hai presente quando sei talmente concentrato da non renderti conto del mondo esterno?

Ecco, quello stato di focus profondo, di estrema capacità di isolarsi da ciò che ti circonda, è quello che Cal Newport descrive come ideale per lavorare nel suo libro “Deep Work: Rules for a focused success in a Distracted World”.

Ma come si impara ad entrare in uno stato di deep work?

Cos’è il deep work e perché è così importante

Il deep work prevede di riuscire a svolgere attività lavorative o di studio in uno stato di concentrazione assoluta, senza distrazioni. Nel mondo iperconnesso in cui viviamo, dove il telefono continua ad interrompere il nostro flusso con le notifiche e le pagine internet sempre a disposizione sul nostro PC fanno capolino a destra e a sinistra, la capacità di entrare in questo stato non solo è sempre più rara da trovare, ma anche più difficile da sviluppare e tenere allenata.

L’autore del libro sostiene che chi è davvero riuscito a raggiungere risultati importanti nella nostra società ha imparato a padroneggiare l’abilità di mantenere alta l’attenzione. Sostiene inoltre che il più grosso valore aggiunto di un lavoratore è la capacità di dedicare una quantità significativa di tempo ad uno stato di concentrazione al fine di produrre materiale di qualità difficile da replicare tramite una macchina.

studentessa distratta smartphone

Quali sono le differenze con il shallow work?

Per iniziare a spiegare nel dettaglio cos’è il deep work e come si riesce ad entrare in uno stato di grande concentrazione, forse dobbiamo prima cercare di definire il suo opposto, quello che viene chiamato “Shallow Work”.

Si definiscono shallow work tutti quei compiti che non richiedono alcun tipo di concentrazione intensa né alcun tipo di applicazione di abilità difficili da replicare: inoltrare una mail, svolgere mansioni meccaniche come smistare la posta cartacea o rispondere ad un messaggio velocemente.

Occuparsi di compiti shallow dà spesso molta soddisfazione perché nella nostra mente ci sembra di chiudere tante piccole attività e di farlo soprattutto in modo rapido. Ma questo pare avere un rovescio della medaglia, ovvero quello di perdere progressivamente la capacità di entrare e restare in uno stato di deep work.

E sarebbe un peccato, soprattutto per tutte quelle attività che vedono il deep work come un requisito necessario!

Perché per il deep work è importante nello studio

Sappiamo da tempo che la nostra capacità di attenzione è sempre più limitata: non riusciamo a guardare video troppo lunghi, ci distraiamo se leggiamo un testo corposo (speriamo non questo articolo!) e l’iperconnessione a cui siamo ormai abituati, madre della FOMO (la paura di perdersi sempre qualcosa) è un grosso limite alla nostra concentrazione.

La tecnica del pomodoro di cui abbiamo parlato in questo articolo è ottima per iniziare ad allenare la concentrazione: sempre meglio procedere per piccoli step prima di arrivare a padroneggiare tempi di deep work più lunghi. Tieni a mente però che neanche i più esperti riescono a gestire periodi di più di quattro ore in stato di concentrazione assoluta, quindi per iniziare anche mezz’ora sarà un grandissimo traguardo!

Come dicevamo, mentre la variabile del tempo è utilizzata dalla maggior parte delle persone quando si tratta di produrre tanto, quella dell’intensità è più complessa da gestire e classificare, ma è la chiave dei buoni risultati, soprattutto nei lavori creativi o nello studio. I migliori studenti, infatti, non sono quello che passano più ore sui libri degli altri, ma quelli che studiano in maniera più intensa e organizzata.

Vedrai i vantaggi di aver allenato la concentrazione quando dovrai padroneggiare molti argomenti in maniera approfondita, ad esempio per affrontare una verifica, la maturità, o i test di ingresso all’università.

Così come per lo studio, un lavoro creativo che comporti un flusso di ragionamenti e di brainstorming, rende dieci volte tanto se non è interrotto continuamente da notifiche o distrazioni, tanto più perché per tornare operativo dopo essersi deconcentrato, il nostro cervello impiega dai 15 ai 20 minuti!

Una buona tecnica può essere quella di pianificare i momenti di deep work in agenda, riservandosi del tempo da dedicare esclusivamente ad un argomento di studio specifico, eliminando le distrazioni.

Già, le distrazioni. Ma come facciamo ad eliminarle?

stanza studente disordinata

Come eliminare le distrazioni quotidiane quando studi

Le distrazioni ormai esistono, sono insistenti e dobbiamo in qualche modo cercare di fare pace con questa cosa. Ma come possiamo arginare il problema in modo da ottenere almeno un paio d’ore al giorno di studio ad alta concentrazione?

  • ●   Cerca di eliminare il telefono dalla scrivania e chiudere le pagine internet aperte .
  • ●   Crea una routine di inizio e chiusura lavori, in modo che il cervello riconosca quei segnali come fosse un interruttore acceso/spento.
  • ●   Impara a gestire le notifiche allenandoti a non correre subito a leggere la mail o il messaggio appena arrivati.
  • ●   Riordina il più possibile lo spazio attorno a te: l’ordine esterno corrisponde spesso all’ordine interno.

 Un altro ottimo sistema per ridurre ed accorpare il lavoro superficiale è il batching, ovvero riunire tutte le attività simili e farle tutte insieme: per esempio prendersi una mezz’ora di tempo solo per rispondere alle e-mail, o solo per studiare o solo per scrivere.

Tieni a mente che il multitasking è il contrario della produttività: non solo impedisce il deep work, ma allena la mente al lavoro superficiale! Essere molto impegnati infatti, non significa fare un lavoro di qualità o studiare in maniera produttiva!

E tu, ti rendi conto che fai fatica a studiare e a concentrarti, oppure riesci ad immergerti completamente dell’attività che stai svolgendo?

Se hai difficoltà nello studio, chiamaci! Gli insegnanti del Centro Studi Manzoni saranno felici di aiutarti e supportarti nel tuo percorso scolastico! 


Fonti

https://www.calnewport.com/blog/

https://www.internazionale.it/opinione/oliver-burkeman/2016/02/02/concentrazione-lavoro

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